Spilimbergo ha un’altitudine media di 132 s.l.m., si estende per 72,47 Kmq ed ha una popolazione di 11.861 abitanti. Patroni della città sono Santa Maria Assunta e
San Rocco.
La storia di Spilimbergo inizia attorno all’XI secolo, quando i conti Spengenberg, originari della Carinzia, si trapiantarono nella zona in qualità di vassalli del patriarca di Aquileia. Il nome della cittadina deriva da castrum de Spengenberg, come fu detto il loro castello.
La presenza umana nella zona ha però origini più antiche. Nella frazione di Gradisca sono stati individuati i resti di un castelliere, mentre lo stesso castrum potrebbe risalire all’epoca romana, poiché qui transitava una strada che, provenendo da Sacile attraversava il Tagliamento per dirigersi poi verso la Germania.
Nei secoli successivi all’insediamento degli Spengenberg, Spilimbergo si sviluppò sia come piazzaforte militare che come centro di transito commerciale. Si assistette a una vistosa crescita demografica e urbanistica, grazie anche all’arrivo di lombardi, toscani ed ebrei. Nel 1284, ad opera del conte Walterpertoldo II, si iniziò la costruzione del Duomo, uno dei più pregevoli monumenti romanico-gotici del Friuli; nelle vicinanze si trovano il palazzo del Daziario, la casa del Capitano e la Loggia. Nel 1326, su iniziativa dei conti Bregonia e Bartolomeo, la giurisdizione di Spilimbergo si dotò di un proprio corpus legislativo, lo “Statuto della Terra di Spilimbergo”.
Nel 1420 la cittadina passò alla Repubblica di Venezia. Nel 1511, durante la guerra della Lega di Cambrai tra le fazioni filoimperiali e quelle filoveneziane, il castello venne attaccato e incendiato.
Negli anni successivi a Spilimbergo ritornò la prosperità economica che si rifletté anche a livello culturale. Di questo periodo sono la ricostruzione del castello in forme rinascimentali e le opere lasciate da artisti come Giovanni Antonio Pilacorte, il Pordenone, Pomponio Amalteo, Gasparo Narvesa e Irene di Spilimbergo. In campo letterario si distinsero Gian Domenico Cancianini, Eusebio Stella e Bernadino Partenio, fondatore di un’accademia per lo studio del latino, greco ed ebraico.
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia si fecero sentire gli eventi dell’epoca napoleonica e Spilimbergo approdò poi nell’Impero austriaco a partire dal 1814. Di quest’epoca si ricordano i cittadini Giovanni Battista Cavedalis e Leonardo Andervolti. Dopo la terza guerra d’indipendenza il Friuli entrò a far parte del Regno d’Italia.
Negli anni recenti non è venuta meno la tradizione artistica della città con la fondazione della Scuola mosaicisti del Friuli, intitolata a Irene di Spilimbergo.
La frazione di Barbeano si trova a 111 metri s.l.m., ha 565 abitanti e la sua patrona è Santa Maria Maddalena. Si trova in una zona prevalentemente agricola, nota soprattutto per la produzione di barbatelle.
Tra le poche notizie storiche riportate si ricorda la centa di Barbeano, una struttura difensiva che sorgeva intorno alla chiesa di Santa Maria Maddalena e citata nella bolla di Urbano III del 1187. La centa doveva avere una forma irregolare, quadrangolare, forse munita di più fossati. Di questa cortina non sembrano essere rimaste tracce, solo in prossimità dell’abside è ancora possibile vedere una piccola roggia, un corso d’acqua forse lascito di un’antica struttura difensiva.
La chiesa di Santa Maria Maddalena nel tempo ha subito modifiche, nella parte settentrionale della chiesa è stato costruito una sorta di refettorio, che però non è segnato nel catasto napoleonico. L’altare, dedicato a San Giovanni, viene consacrato nel 1459; il portale e la fonte battesimale sono di poco successivi. Il campanile è stato realizzato nel XVII secolo ed è stato ricostruito in forme moderne dopo il 1976.
La chiesetta votiva di Sant’Antonio conserva un importante ciclo di affreschi realizzato da Gianfrancesco da Tolmezzo poco prima del 1489.